dal catalogo PERSONAL STRUCTURES CULTURE-MIND-BECOMING pag 68 La Biennale di Venezia 2013

Sensorial space by Cristiana Fioretti

In una stanza, lunga e stretta, apparentemente angusta, si sprofonda nel “blu dipinto di blu ” del mare, del cielo, in cui lo spettatore resta in bilico tra materiale e immateriale, ascoltando il respiro del mondo. Cristiana Fioretti rende omaggio a Venezia, città –sogno fluttuante sull’acqua per eccellenza, con Sensorial space: un ambiente multisensoriale che comprende proiezioni delle sue opere pittoriche astratto-liriche, dal pavimento al soffitto, suoni naturali registrati in riva al mare, ampolle d’acqua simili a bolle d’ossigeno trasformate in evanescenti schermi di stadi di azzurro per amplificare i suoi paesaggi cromatici liquidi e poetici dalle tonalità sfumate e nel contempo accese, che materializzano l’intensità luminosa e la trasparenza dei riflessi del mare, dal blu fino al verde, all’indaco, alle gradazioni di rosso del tramonto. Il pavimento è morbido come una spugna marina, ricoperto da un materiale specchiante per amplificare l’effetto immersivo dell’opera dove lo spettatore, attraversandola, diventa parte integrante dell’ambiente insieme alla luce, colore, suono, proiezioni in movimento e si riflette nelle sfumature di colori che scenograficamente plasmano una dimensione immateriale.

La sua opera – soglia dell’invisibilità immateriale è un viatico per la spiritualità, verso un’“infinitudine” da abitare come architettura dell’estensione dei sensi, concepita per alterare la percezione dello Spazio e del Tempo. L’azzurro è il codice visuale distintivo di Cristiana Fioretti, che vive e lavora a Mentone, nella Cote d’Azur, irradiata dalla luce del Sud della Francia, dove Yves Klain ha brevettato IKB , International Klein Blu, un monocromo di pigmenti artificiali, come sintesi del suo approccio spirituale al lavoro artistico.
L’azzurro è il colore del cielo che si riflette nel mare: per l’autrice ha un valore indefinibile e plasma un’atmosfera che oltrepassa i confini della tela, diventa esplorazione di uno spazio altro di cui fare esperienza con il corpo. Al centro della sua ricerca, oltre al colore, la luce, il suono, la modellazione digitale con sistemi ad alta tecnologia e interattività, caratterizzano il suo lavoro dal 2010, con l’obiettivo di materializzare dimensioni sensoriali, dinamiche, fluide, edificate con supporti animati da variazioni cromatiche, bagliori luminosi, stadi di evanescenza, come punti di connessione tra fisicità e virtualità. Nel suo sensorial box, ideato come una sorta di acquario, affascinante spazio liquido performativo, la simultaneità, mutabilità e sincretismo multimediale diventano pelle- membrana della sua opera ambientale. L’autrice, dalla fusione tra colore, luce, spazio e multimedialità, in cui il suono assume un ruolo determinante, si emancipa dall’astrattismo lirico e si avventura verso la quarta dimensione grazie all’impiego di sofisticate applicazioni digitali, la cui forza espressiva si amplifica quando lo spettatore attraversa l’ambiente. Questi e altri dispositivi di modellazione multimediale dello spazio interagiscono con il nostro corpo, trasformando l’opera in un’esperienza estetica totale, elaborata dalle teorie di Vasilij Kandinskij: variabili percettive che annullano il confine tra organico e artificiale, arte e scienza , emotività e ipertecnologia, in cui il disorientamento diventa l’opera.

 

 Jacqueline  Ceresoli

 

Sensorial Space by Cristiana Fioretti

In long and narrow room, apparently small, one plunges into a “blue painted blue” made of sea and sky, halfway between material and immaterial, feeling the breath of the world. Cristiana Fioretti pays homage to Venice, the dream-city floating on the water par excellence, with Sensorial Space, a multisensorial room that will be featuring projections of her abstract-poetical floor-to-ceiling paintings, nature sounds recorded along the sea shore, water flasks looking like oxygen bubbles turned into evanescent screens in shades of blue, amplifying her liquid, poetical colourful landscapes by the blurred but, at the same time, bright hues that embody the luminosity and clearness of the sea reflections ranging from blue to green, to indaco, up to the reddish shadows of the dusk.

The floor is soft, like a sea sponge, covered by a mirror material that enhances the sinking effect of the installation. Thus the viewers, stepping in it, will melt in the site together with light, colour, sound, dynamic projections and will reflect themselves in the colour palette that scenographically creates an immaterial dimension.

Her threshold – work of the immaterial invisibility is a gate towards spirituality, leading to an “infinity” to be dwelled as a sensorial extension architecture, devised for altering the Space and Time perception. Blue is the personal visual code of Cristiana Fioretti, who lives and works in Mentone, on the Côte d’Azur washed by the sunlight of Southern France, where Yves Klain patented his IKB, International Klein Blue, a monochrome made of artificial pigments, sinthesizing his spiritual approach to the artistic practice.

Blue is the colour of the sky reflected above the sea: bearing for the Artist an undefined value, it creates an athmosphere that exceeds the limits of the canvas, becoming exploration of a space “other” to be experienced with the body. At the hearth of her research, in addition to colour, starting from 2010 the main features of her work are light, sound, digital modeling by means of high-tech systems and interactivity. The aim is the materialisation of sensorial, dynamic, fluid dimensions built with structures enlivened by chromatic variations, luminous sparkles, gradual evanescences, as linking points between physic and virtual. In her sensorial box, designed as a kind of aquarium like a fascinating liquid and performance space, simultaneity, mutation, multimedial syncretism become the skin-membrane of her ambient installation. The Artist, through the fusion of colour, light, space and multimediality, where sound plays a fundamental role, gets rid of lyrical abstractism and ventures towards the fourth dimension by using advanced softwares, whose expressive power increases when the viewer walks in the room. These and other devices for a multimedial setting of the space interact with our body, turning her work into a total aesthetical experience, derived by the Vasilij Kandinskij theories: perceptive variables that cancel the borders between organic and artificial, art and science, emotivity and hyper-technology, where bewilderment becomes the work of art.

 

Jacqueline  Ceresoli